La droga comunemente denominata Rabarbaro è data dalle radici di Rheum palmatum L. e Rheum officinale BAILLON o da una mescolanza delle due specie e/o dei loro ibridi.
RABARBARO – Rheum palmatum L. e Rheum officinale BAILLON – RHUBARB
Il rabarbaro viene indicato principalmente come lassativo in caso di stipsi in tutte le monografie e Farmacopee di riferimento. L’HMPC nel 2006 ha pubblicato la monografia del rabarbaro come Well Established Use da utilizzare per un breve periodo (non si devono superare le 2 settimane senza consultare il medico o il farmacista) in caso di costipazione. Il dosaggio indicato, a seconda della preparazione della droga, non deve superare i 30 mg/die di derivati idrossiantracenici, ovvero dai 20 ai 30 mg calcolati come reina, va assunto in un’unica somministrazione al giorno, preferibilmente la sera, e la dose individuale corrisponde alla minima per ottenere l’effetto.
COMMERCIALIZZAZIONE*
- Farmaci o galenici
- Integratore alimentare
- Pianta ad uso alimentare
PREPARAZIONI
- Droga essiccata per tisana
- Preparazione standardizzata della droga anche in associazione con altre piante in capsule o compresse o in preparazioni liquide
- Estratto secco standardizzato anche in associazione con altre piante in capsule o compresse
EFFETTI COLLATERALI
- Reazioni di ipersensibilità
- Dolore e spasmi addominale e passaggio di liquidi nelle feci soprattutto nei pazienti con colon irritabile e in seguito a dose eccessiva in generale. In tal caso ridurre la dose
- Sono stati segnalati alcuni casi di disturbi gastrointestinali come nausea, vomito e diarrea o reazioni allergiche con orticaria, prurito, rush, rinite allergica.
- L’utilizzo cronico può portare ad alterazioni dell’equilibrio idrico e del metabolismo degli elettroliti che può portare ad albuminuria ed ematuria. Inoltre l’utilizzo cronico può determinare colorazione della mucosa intestinale (pseudo melanosi) reversibile quando si smette la droga
- Si può osservare una colorazione delle urine che varia dal giallo al rosso bruno che comunque non è clinicamente significativa
- L’overdose e l’abuso può portare a coliche addominali e diarrea grave con conseguente perdita di fluidi ed elettroliti che devono essere ripristinati, soprattutto negli anziani. In particolare la perdita di potassio può portare a problematiche cardiache e astenia muscolare soprattutto in coloro che assumono glicosidi cardiaci, diuretici, corticosteroidi o radice di liquirizia.
CONTROINDICAZIONI
- In gravidanza e allattamento
- Bambini al di sotto dei 12 anni
- Ipersensibilità o allergie verso uno o più componenti
- Periodo pre-operatorio
- Non eccedere nell’uso nelle quantità e/o per lunghi periodi
- L’uso prolungato porta ad alterazioni della funzionalità intestinale e a dipendenza da lassativi
- Casi di ostruzione intestinale, stenosi, atonia, appendicite, malattie infiammatorie del colon (Morbo di Crohn, Colite ulcerosa, ecc.), dolori addominali di origine sconosciuta, stato di grave disidratazione con perdita di acqua ed elettroliti
- Controindicato in pazienti che assumono glicosidi cardiaci, diuretici, corticosteroidi o radice di liquirizia senza la consultazione del medico
- Come tutti i lassativi, il rabarbaro non dovrebbe essere assunto in pazienti con fecaloma e disturbi gastrointestinali acuti o persistenti, come dolore addominale, nausea e vomito senza consultarsi con il
INTERAZIONI FRA LA DROGA E I FARMACI
- Glicosidi cardiaci: potenziamento
- Antiaritmici
- Farmaci per il cuore che agiscono sul ritmo sinusoidale come la chinidina e con quelli che determinano allungamento del QT
- Diuretici, corticosteroidi, radice di liquirizia: alterazioni dell’equilibrio elettrolitico per potenziamento dell’ipokaliemia indotta
*Con il termine COMMERCIALIZZAZIONE si intende la commercializzazione potenziale come stato membro dell’unione europea. Per quanto riguarda la voce “Farmaci o galenici” ci si riferisce alle monografie della Commision E, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o WHO, World Health Organization), dell’European Scientific Cooperative On Phytotherapy (ESCOP) e dell’EMA (Europea Medicine Agency) e alla presenza nelle Farmacopee di tutti i paesi del mondo. Le voci sottolineate indicano l’effettiva presenza della pianta nei diversi prodotti commercializzati in Italia al momento della presentazione della monografia (02/2015)
BIBLIOGRAFIA
- AA.VV. “OMS: Monografie di Piante Medicinali Volume 1”. Ed. Società Italiana di Fitoterapia, Siena, 2002.
- Blumenthal M, Busse WR, Goldberg A, Gruenwald J, Hall T, Riggins CW, et al. editors. The complete. German commission E monographs. American Botanical Council, Austin, Texas 1998
- Blumenthal M, Goldberg A, Brinckmann J. editors. Herbal medicine Expanded Commission E monographs: The American Botanical Council. Austin, Texas 2000
- Capasso F., Grandolini G., Izzo A.A. Fitoterapia-Impiego razionale delle droghe vegetali. Ed.Springer, 2006.
- European Scientific Cooperative On Phytotherapy. Monografie ESCOP: le basi scientifiche dei prodotti fitoterapici. Planta medica, 2006.
- Fabio Fiorenzuoli. “Interazione tra erbe, alimenti e farmaci”. Ed. Tecniche Nuove 2008
- http://www.ema.europa.eu/ema/
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